Vantaggi di tecniche alternative per la produzione di riso

di Tommaso Gaifami

Il riso è un cereale apprezzato in tutto il mondo e soddisfa il 50% delle richieste alimentari della popolazione mondiale. In Italia viene coltivato principalmente al nord, Piemonte e Lombardia sono le regioni capofila seguite da Emilia-Romagna e Veneto.

La coltivazione classica del riso è composta principalmente da quattro fasi, alla quale segue il raccolto: la sistemazione dei terreni, la semina, la fioritura e la maturazione.

Nella prima fase i terreni vengono preparati per la semina, il terreno viene lavorato intensamente e sminuzzato in modo che possa accogliere il seme di riso, vengono rimosse le erbe infestanti presenti in campo con sostanze chimiche (erbicidi) e la terra viene fertilizzata con sostanze chimiche (vengono apportati i nutrienti necessari per la crescita della pianta).

La seconda fase, la semina, può avvenire in sommersione (dove il terreno è allagato) o in asciutta (dove il terreno non è allagato). La semina in sommersione avviene generalmente in aprile, dopo che i campi sono stati allagati e il terreno è sommerso da pochi centimetri d’acqua. Mentre la semina in asciutta avviene verso maggio sul terreno così com’è senza dover allagare i campi.

Terminata la semina è necessario aspettare qualche giorno affinché il seme germini e si sviluppino le prime foglie. Per favorire la crescita delle piantine di riso, vengono eliminate, con l’uso di erbicidi chimici, anche le erbe infestanti cresciute insieme al riso.

In questa fase generalmente viene effettuato anche un trattamento con fungicidi, sostanze chimiche che servono a controllare l’attacco di funghi nelle coltivazioni.In estate, ha inizio la fase di fioritura e le risaie, che sono state allagate, vengono asciugate e il campo assomiglia a un tappeto verde accesso.

Dopo la fioritura segue la maturazione, dove ogni fiore diventerà un chicco di riso, che si conclude tra l’inizio di settembre e l’inizio di novembre, quando avviene il taglio e la raccolta del chicco. I cicchi vengono essiccati per perdere il loro contenuto d’acqua e lavorati per rimuovere la parte esterna del chicco (chiamata lolla), i chicchi rotti e quelli con caratteristiche non adeguate ed ottenere così il riso pronto al consumo.

Nonostante le risaie siano ricche di biodiversità ed abbiano un grande valore ambientale, alcune tecniche di coltivazione quali la monocultura (la coltivazione del riso per più anni sullo stesso terreno), l’utilizzo frequente di prodotti chimici (diserbanti, pesticidi e fungicidi) e le lavorazioni del terreno intensive, possono portare ad impatti negativi sulla salute delle persone e dell’ambiente.

Recentemente sono state messe a punto tecniche di coltivazione alternative a quelle classiche esposte prima, le quali possono portare a vantaggi ambientali.

Una di queste tecniche è detta “pacciamatura verde”. Questa tecnica prevede la semina di un prato (solitamente costituito da piante di veccia e/o di loietto) tra settembre e ottobre, dove viene poi seminato il riso generalmente a maggio dell’anno successivo. Il campo viene poi allagato, e questo genera un processo chimico di fermentazione, che impedisce naturalmente lo sviluppo e la crescita delle erbe infestanti. Grazie a questa tecnica, quindi, ci sono numerosi vantaggi:

  • la riduzione di utilizzo di erbicidi chimici che portano a danni ambientali come l’inquinamento delle acque, dei suoli e la perdita di biodiversità;
  • la riduzione del calpestamento del suolo dovuto alle macchine agricole, portando così benefici alla struttura e alla salute del suolo;
  • apporto di nutrienti e miglioramento della fertilità della terra in modo naturale;
  • aumento del contenuto di carbonio (elemento chimico indispensabile per le piante) nel suolo;
  • aumento della biodiversità di insetti, uccelli e piccoli mammiferi;
  • eliminazione della spesa per concimi e diserbanti.

Alla base di una riduzione di sostanze provenienti dall’esterno c’è un’antica tecnica, la “rotazione” che ha il vantaggio di evitare la crescita delle erbe infestanti o dei patogeni (organismi indesiderati che attaccano le piante). Con questa tecnica la coltivazione di riso per più anni sullo stesso terreno viene interrotta e vengono coltivate altre colture in successione, con una riduzione significativa di prodotti chimici.

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